Per vendetta by Cordelia (Virginia Tedeschi Treves)

Per vendetta by Cordelia (Virginia Tedeschi Treves)

autore:Cordelia (Virginia Tedeschi Treves)
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-07-17T00:00:00+00:00


XXI.

Elisa tornò a casa piena di allegri progetti per l’inverno. Essa voleva divertirsi e dar vita colle feste e i ricevimenti alla sua città, avea bisogno di continue distrazioni, visto che suo marito era un orso e non lo vedeva che alle ore dei pasti; del resto a parlare con lui non trovava alcun piacere, era troppo serio, non s’interessava nè ai suoi abbigliamenti nè ai suoi ricevimenti, se lo faceva era perchè costretto, e, più di tutto, per non sentire i rimproveri dei marchesi Belfiore.

Però, per quella volta, i progetti di Elisa andarono in fumo. Principiò col non sentirsi bene, era fiacca, svogliata, ma non erano i soliti languori nè le solite nervosità, era qualche cosa di diverso che sul principio la tenne molto preoccupata, poi scoperse d’essere madre, cosa che per lei non era molto desiderata col timore d’andare incontro a mali ignoti, e più di tutto perchè doveva rinunciare per qualche tempo alla vita frivola ed elegante; ma quella notizia fu accolta con entusiasmo da Edoardo che divenne più buono e più indulgente verso la moglie. Egli già incominciava a guardarla sotto ad un altro aspetto: quello della madre dei suoi figli, invece che della sposa frivola e dedita solo ai divertimenti.

Egli le era riconoscente della consolazione che gli dava, almeno avrebbe avuto qualcuno da amare, uno scopo nella vita, che subito gli appariva più bella e più interessante. Egli prese l’abitudine di stare più vicino alla moglie, ora trovava finalmente un discorso che aveva interesse per tutti e due: il loro futuro bambino.

Edoardo sperava anche che la maternità rendesse Elisa più seria, e quando essa si lagnava delle sofferenze che la tenevano come un’inferma sempre immobile su una poltrona, egli la consolava facendole intravvedere le gioie ignorate che l’avrebbero poi compensata di tutti i mali sofferti. Però, quantunque, causa il fisico piuttosto delicato e le sofferenze recate dal nuovo stato, i medici le avessero consigliato la quiete e specialmente il riposo; per quei primi mesi essa avea sempre intorno a sè un circolo d’amici che andavano a tenerle compagnia e a renderle meno penosa la sua immobilità.

Anche Renata andava spesso dalla cugina ed era contenta dell’avvenimento che avea portato la tranquillità nell’animo di Edoardo.

Lo vedeva tanto immerso nella gioia della paternità, certa che in quel momento non pensava ad altro, quando era con lui si sentiva libera da ogni preoccupazione, non aveva più alcun timore, e gli parlava come ad un fratello. Essa, appena ritornata, si era data interamente all’arte, aveva trasformata la parte meno triste del palazzo Landucci in uno studio da artista, e là dipingeva per delle ore intere, si faceva venire dei modelli cercando il vero; immergendosi in un lavoro assorbente volea dimenticare i suoi dispiaceri e la sua solitudine. Edoardo andava spesso a vederla e a parlarle della cosa che lo preoccupava costantemente: il suo bimbo.

Sapeva che la cugina s’era data con ardore alla pittura, ma essa non gli avea fatto vedere ancor nulla e non l’avea mai ricevuto nel suo studio, per quanto egli ne avesse espresso il desiderio.



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